CHI SONO

La mia storia inizia molto prima che io nascessi, in un angolo d'Umbria dove il Lago di Piediluco riflette le montagne come uno specchio d'argento. Lì, il mio trisavolo Giuseppe e il mio bisnonno Benedetto coltivavano grano, vigneti, allevavano bestiame. Non era un lavoro ma una danza con la terra, un dialogo silenzioso con le stagioni. E poi gli ulivi: Leccino e Moraiolo sono nomi antichi quanto i terreni su cui crescono. La mezzadria era dura ma c'era un'infinita dolcezza nel ritmo della vita, un senso di appartenenza che si è impresso nel DNA della nostra famiglia.

Poi è toccato a mio nonno Sabatino, primo ad aver guardato oltre le montagne spostandosi in città. Una scelta audace al tempo che, tuttavia, non ha reciso le radici. L'odore della terra umida, il fruscio delle foglie d'ulivo, il sapore pungente dell'olio appena spremuto: questi ricordi li ha portati con sé, li ha trasmessi a mio padre e lui a me.

Io ero un bambino che insieme ai suoi cugini correva nei campi durante l'estate, che costruiva fortini tra le piante e ascoltava a bocca aperta le storie degli anziani seduto su un muretto di pietra. Non lo sapevo allora, ma stavo seminando quelle piante che sarebbero germogliate solo molti anni dopo.

I percorsi della vita seguono infatti linee tortuose e le traiettorie della mia hanno attraversato - anche con soddisfazione - mondi che nulla avevano a che fare con quell'angolo d'Umbria fermo nel tempo e di cui, nei momenti di silenzio, sentivo il sussurro. Una voce a ricordarmi sempre come ci fosse anche altro, che qualcosa di più autentico stava aspettando.

Poi c'è l'altra metà della storia, quella che attraversa un oceano. E' la storia del prozio Andrea Perticari che alla fine dell'800 fece il grande salto. Al di là delle paure, piantò nel nuovo mondo i semi di quella che oggi è una parte della nostra famiglia. Due culture, due tradizioni che si sono intrecciate nel tempo come i rami di un ulivo centenario.

La verità che la nostra azienda accoglie e che rappresenta il cuore pulsante della nostra storia, sta in quella cucina italiana intesa come viaggio di andata e di ritorno, come il risultato di valigie piene di speranze che hanno attraversato l'oceano in entrambe le direzioni. È la pasta che incontra il pomodoro delle Americhe, è la pizza che si reinventa a New York per tornare poi a Napoli. È la nostalgia che diventa creatività, la tradizione che si fonde con l'innovazione.

Ogni prodotto racconta le lacrime di chi è partito, la gioia di chi ha trovato una nuova casa e la dolce sorpresa di chi, tornando, si è scoperto essere una persona nuova. Questi sono i sapori che vogliamo condividere con voi: quelli del viaggio, quelli della vita.